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Le voci del glossario sono tratte da l'Enciclopedia del Vino di Boroli Editore. |
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· SFORZATO
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Lo Sforzato (o Sfursat, in dialetto) è il vino più ambizioso della Valtellina. Le uve utilizzate per produrlo sono al 90% di Nebbiolo (localmente chiamato Chiavennasca) coltivate nei terrazzamenti ricavati su ripide pendenze, che richiedono il doppio o il triplo delle ore di lavoro rispetto ai vigneti di collina. I terreni migliori si trovano a 400-450 metri di altitudine, su fasce esposte a sud e ben ventilate. La ‘forzatura’ che dà nome al vino è analoga a quella utilizzata in Valpolicella per Recioto e Amarone e prevede che le uve migliori, attentamente selezionate, portate a maturazione avanzata o surmaturate, una volta raccolte vengano disposte su graticci, in locali asciutti e ben aerati denominati ‘fruttai’, e lì lasciate ad appassire per due o tre mesi, sorvegliandole per eliminare gli acini intaccati che tendono a marcire. Durante l’appassimento l’uva perde il 40% del proprio peso: 2 chili di uva fresca si riducono a 1,2 chili di uva appassita, da cui si ricava una bottiglia di vino. Rosso rubino, con profumi di sottobosco, tabacco, noce moscata e liquirizia, lo Sforzato è secco, caldo, di gran corpo e tuttavia morbido. È vino da carni rosse, brasati, cacciagione, selvaggina, e da formaggi saporiti. Ma è anche un grande vino da meditazione, alla pari dei Porto Vintage e dei Madera.
[C.P.]
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