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Le voci del glossario sono tratte da l'Enciclopedia del Vino di Boroli Editore. |
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· STRUTTURA DEL SUOLO
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Modo in cui le particelle primarie del suolo, ’ sabbia, ’ limo e ’ argilla (’ tessitura), si uniscono tra loro in particelle composte denominate aggregati. Gli aggregati di particelle solide possono essere molto diversi per composizione, dimensioni, forma e stabilità .
Tipologie fondamentali
La struttura di un suolo presenta tre tipologie fondamentali:
•primaria o colonnare, caratterizzata da grandi quantità di materiale aggregato che presenta maggiore sviluppo in senso verticale rispetto a quello orizzontale;
•lamellare, in cui prevale lo sviluppo orizzontale con fessure larghe e profonde tra i blocchi;
•poliedrica, in cui il materiale aggregato presenta dimensioni orizzontali e verticali paragonabili.
Struttura e fertilitÃ
La struttura di un suolo ha importanza fondamentale sulla sua fertilità , in particolare per i suoi rapporti con l’acqua, e quindi influenza alcuni fattori decisivi per la crescita delle piante, quali:
– l’areazione, cioè la porosità del terreno;
– la permeabilità all’acqua;
– i regimi di temperatura e umidità del terreno;
– la crescita delle radici;
– l’attività biologica;
– la lisciviazione delle basi e dell’argilla;
– la resistenza all’erosione.
I suoli incoerenti
A volte il suolo non presenta alcuna struttura. In questo caso, si parla di suoli sciolti o incoerenti, cioè costituiti da sabbie molto grossolane, tenute insieme soltanto dalla tensione superficiale dell’acqua, oppure di suoli troppo compatti, definiti a struttura massiva, caratterizzati da cementi colloidali poco efficaci. Questi si spezzano in masse che si sbriciolano facilmente.
Stabilità della struttura
Tra i numerosi fattori che incidono sulla struttura del suolo i più importanti sono l’argilla, la sostanza organica, gli ossidi di ferro e di alluminio, il tipo di basi di scambio, il carbonato di calcio e le lavorazioni.
La stabilità della struttura è favorita dalla presenza di ioni calcio che, combinandosi con l’ ’ humus, formano pellicole intorno agli aggregati. Una struttura instabile è invece caratterizzata da eccessiva acidità o da un eccesso di ioni sodio (Na+) presenti nel terreno.
Le lavorazioni del terreno sono efficaci per conferire al suolo il giusto grado di aggregazione al fine di ospitare le colture. È necessario tuttavia tenere conto della tessitura del terreno. Per esempio, su suoli limosi o sabbioso-fini, carenti di sostanze colloidali, lavorazioni ripetute o troppo spinte, come le fresature, distruggono la struttura.
La struttura può essere considerata una proprietà dinamica del suolo. Infatti anche gli aggregati più resistenti sono suscettibili di disgregazione a causa di agenti fisici, chimici e biologici. Tra i fattori fisici, la compressione contribuisce all’aggregazione di particelle incoerenti ma, quando è troppo spinta, può portare alla rottura degli aggregati.
Anche l’effetto battente dell’acqua può avere lo stesso risultato. L’alternanza di umidità e secchezza, di gelo e disgelo, induce negli aggregati sollecitazioni che, agendo sui punti di minore resistenza, possono vincere i legami e romperne di conseguenza l’integrità . Ancora più importante è l’azione disgregatrice dei fattori chimici, che può influire sulla distruzione dei materiali cementanti e leganti. Poco alterabili risultano, invece, i composti inorganici (solo una forte acidità può solubilizzarli e distruggerne la capacità cementante). Molto più attaccabile risulta la sostanza organica, sulla quale agiscono soprattutto fenomeni di ossidazione fisica, chimica e biologica.
[L.T.]
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