|
 |
Le voci del glossario sono tratte da l'Enciclopedia del Vino di Boroli Editore. |
|
        |
 |
        |
 |
        |
 |
   |
 |
 |
 |
· VITIGNO
|
 |
 |
 |
Varietà di vite coltivata; in termini scientifici, gruppo tassonomico sub-specifico distinguibile dagli altri per caratteri costanti ed ereditabili per propagazione vegetativa, che si sono sviluppati grazie alla selezione dell’uomo.
Il numero di vitigni esistenti nel mondo è stimato intorno a 10.000, includendo, oltre alle cultivar di Vitis vinifera, anche gli ibridi tra le diverse specie costituiti come varietà da vino, da tavola e per portinnesti. Molti vitigni sono però presenti solo nelle collezioni di germoplasma, sia perché la loro coltivazione è stata abbandonata, sia perché non si sono mai affermati. Molti vitigni si sono estinti nel corso della storia; altri ancora non sono stati ancora censiti. I vitigni estesamente coltivati nel mondo sono meno di cento.
In Italia sono iscritti al Registro nazionale delle varietĂ di vite oltre 350 vitigni, molti dei quali coltivati solo marginalmente. Si stima che altrettanti siano ancora in coltivazione nelle aree di viticoltura marginale. Questa Enciclopedia ne registra e descrive 416.
Origine e classificazione dei vitigni Si suppone che l’origine dei vitigni possa ricollegarsi a tre meccanismi fondamentali:
– selezione di individui fenotipicamente (cioè morfologicamente) simili nell’ambito di popolazioni originatesi per propagazione da seme (vitigni popolazione);
– selezione e moltiplicazione a partire da un semenzale nato accidentalmente o creato intenzionalmente (vitigni clonali);
– selezione e moltiplicazione di mutanti derivanti da un vitigno originario (vitigni mutazione).
Tenendo conto del rapporto con la zona di coltivazione, i vitigni si possono classificare nel modo che segue.
•Vitigni realmente autoctoni Derivano dalla domesticazione delle viti selvatiche del luogo. In questi ultimi anni, la ricerca nel campo della filogenesi della vite è molto impegnata nell’individuare questo tipo di vitigni, che può rappresentare una fonte primaria di biodiversità della vite coltivata.
•Vitigni di antica introduzione La viticoltura si diffuse dall’area circum-mesopotamica verso Occidente. Si deve ritenere che lungo questo percorso si diffusero anche i primi vitigni domesticati. Ciò si verificò effettivamente quando la viticoltura fu introdotta nelle aree esterne all’areale di distribuzione della vite selvatica (Palestina, Libano, Egitto). Il meccanismo della circolazione varietale ha da sempre pervaso la viticoltura e fu associato ai movimenti dei popoli (coloni, emigranti, deportati) o al prestigio dei vini di un’area (espansione culturale).
•Vitigni di costituzione e selezione varietale locale Si tratta di semenzali nati accidentalmente o che possono essere stati intenzionalmente selezionati in virtù di peculiari caratteri, quali per esempio l’adattamento alle condizioni climatiche locali, la produttività , la qualità dell’uva, fino a costituirsi come nuovi vitigni (vitigno autoctono).
Nella costituzione di questi vitigni possono aver partecipato anche le viti selvatiche locali.
•Incroci interspecifici e incroci interspecifici controllati Si tratta di vitigni costitutiti nell’ambito di programmi moderni di miglioramento genetico.
[O.F.]
|
 |
 |
 |
torna ad inizio pagina |
|
|