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Etimologia.
Suggestiva è l’assonanza con le tipiche costruzioni preistoriche, a forma di tronco di cono, di cui è costellata la Sardegna. Alcuni studiosi però fanno risalire il termine alla lingua semitica, dove nur equivale a fuoco.
Origini.
Vitigno autoctono sardo, c’è chi sostiene sia giunto nell’isola per opera dei Fenici.
Diffusione.
Tipico ed esclusivo della Sardegna, costituisce il vitigno principale, coltivato diffusamente in tutte le quattro province. Nella provincia di Cagliari è il protagonista della Doc Nuragus di Cagliari, dove viene prodotto nelle tipologie secco e amabile, anche in versione frizzante.
Ambiente.
Si tratta di una varietà facilmente adattabile, resistente a epidemie e parassiti, dotata di ottima vigoria. Per questo è chiamata localmente Abbondosa, Axina Scacciadeppidus (uva scacciadebiti), Axina Is Paberus (uva dei poveri) e Preni Tineddus (riempi tini).
Storia.
Furono prima i Fenici, poi i Greci a sviluppare la coltivazione della vite nell’isola, mentre i Romani preferirono a questa la coltivazione di cereali. Solo molti secoli più tardi, nel XIII e XIV secolo, la viticoltura torna in auge, destinata a una produzione locale. Nell’Ottocento i vini sardi sono invece esportati in Francia e Austria.
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