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Etimologia.
Sull’etimologia del termine Zibibbo non è stata ancora trovata una spiegazione convincente. Ricorda il nordafricano Zibibb, che significa “uva seccaâ€. È detto anche moscato d’Alessandria per la sua derivazione dall’Egitto.
Origini.
Suggestiva la leggenda della dea Tanit (nome dato alla dea fenicia Astarte dai Cartaginesi). Innamoratasi di Apollo, si finse coppiera degli dei e sostituì l’ambrosia, la classica bevanda divina, con questo vino, riuscendo così a conquistare l’amore del dio.
Diffusione.
La zona di produzione comprende esclusivamente l’isola di Pantelleria, al largo di Trapani. È una delle poche uve a poter essere utilizzata in tre modi: come uva da tavola, da vino e da essiccamento.
Ambiente.
Pantelleria, dalla caratteristica forma di tartaruga, è un’isola di origine vulcanica. Qui lo Zibibbo viene coltivato in buche profonde scavate nel terreno ricco di pomice, così da poter assorbire l’umidità notturna e allo stesso tempo rimanere protetto dalla salsedine e dalla forza dei venti africani.