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Etimologia.
Il termine grasparossa deriva dalla colorazione rossastra del raspo e dei pedicelli. Questa varietà di Lambrusco è nota anche con il nome di Lambrusco di Castelvetro, dall’omonima località in provincia di Modena.
Origini.
La sua prima citazione risale alla metà dell’Ottocento, ad opera di Agazzotti, mentre agli inizi del secolo successivo Molon ne decanta le lodi.
Diffusione.
Il territorio più vocato sembra essere il comune di Castelvetro di Modena: qui è stata costituita la Doc Lambrusco Grasparossa di Castelvetro. Viene coltivato anche nelle province di Mantova, Reggio Emilia e Bologna.
Ambiente.
Nella famiglia dei Lambruschi, il Grasparossa è l’unico a prediligere i terreni di media e alta collina del Modenese, come pure i colli di Scandiano e di Canossa nel Reggiano.
Storia.
Già citata da Catone e Virgilio, la vitis labrusca cresceva spontaneamente nella pianura padana. Da questa ebbe origine il vino lambrusco, che dal Settecento conquistò successo e fama, in Italia e all’estero, per la sua piacevolezza.
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